Azione C5 Incremento dell’efficienza ecologica dell’habitat forestale del sito ZS1

Sulla base degli studi condotti viene ipotizzato che Z. sicula sia una specie tipica di habitat forestali, caratterizzati da composizione floristica e struttura complesse. Le due popolazioni attuali invece vivono in un habitat costituito da formazioni aperte e semplificate di bassi arbusti,  risultato di una prolungata e pesante pressione antropica.

La popolazione di Bosco Pisano, dopo alcuni anni di protezione più o meno efficiente dal pascolo, mostra un incremento della complessità floristico-strutturale delle comunità attuali, con un processo (successione secondaria) che prevede una serie di tappe intermedie più o meno lunghe ed articolate. Tuttavia, in considerazione della maggiore adattabilità (termo-xerofilia) delle specie arbustive attuali, è possibile che nel medio periodo vi sia una eccessiva competizione di queste specie nei confronti di Zelkova sicula (minaccia n. 5).

In via teorica, queste specie sono teoricamente destinate a regredire, per lasciare il posto a comunità arboree ecologicamente più stabili composte dalla Sughera, Leccio, Roverella, Olivastro,  Bagolaro, Orniello, ecc., nell’ambito delle quali Zelkova sicula si suppone possa godere di una maggiore integrazione. Questi processi possono però essere lunghi anche diversi decenni, e sulla base delle conoscenze attuali non è possibile prefigurarne il compimento. Da ciò discende la necessità di avviare un programma di monitoraggio delle dinamiche vegetazionali, così come previsto nell’azione E.3

Allo scopo di ricreare delle condizioni ambientali più idonee alla conservazione della specie, è fondamentale, su un’area sufficientemente ampia nell’intorno della popolazione di Bosco Pisano, accelerare le fasi di ricostituzione della copertura forestale nell’ottica di ridurre le tappe intermedie caratterizzate dalla fase arbustiva.

L’azione prevede l’impiego esclusivo di specie prodotte nelle azioni C.2 e C.3. Essa sarà effettuata secondo i più moderni principi della selvicoltura naturalistica e del risparmio delle risorse idriche (vedi azione C.4). Particolare attenzione sarà posta alle modalità d’impianto, favorendo la creazione di siepi e distribuendo casualmente, in aree di  500-2000 m2, gruppi di piante di varie dimensioni per ottenere una maggiore varietà di micro-habitat. La superficie interessata avrà un’estensione di 10 ettari e comprenderà l’area circostante la popolazione di Bosco Pisano. Saranno impiegate almeno 1000 piante per ettaro, in proporzioni variabili, delle seguenti specie: Sughera, Roverella, Leccio, Olivastro, Bagolaro, Ilatro, Alaterno, Terebinto, Biancospino.
Sono previste cure colturali (zappettatura, ripuliture) per i 3 anni successivi all’impianto, il ripristino di eventuali fallanze per i 2 anni successivi e irrigazione fino all’affermazione definitiva delle piantine.

L’intervento implicherà anche la rimozione di gruppi di specie alloctone quali Eucalipti, Pini e Cipressi introdotti in occasione di interventi di riforestazione degli anni ’70.

L’azione, condotta dal DRAFD, avrà inizio nel secondo anno di progetto.